Nel terzo trimestre 2022 il mercato del lavoro veneto ha registrato una frenata del lavoro a termine, anche in somministrazione, segnando invece un considerevole aumento delle trasformazioni a tempo indeterminato e quindi dell’occupazione stabile.

Lavoro a termine: i dati

I dati del Sestante di Veneto Lavoro confermano le tendenze già emerse nelle rilevazioni mensili. Il saldo luglio-settembre, come di consueto negativo (-8.800) per il prevalere delle cessazioni sulle assunzioni, è tutto a carico dei contratti a tempo determinato (-13.300) e del lavoro in somministrazione (-3.000), mentre il tempo indeterminato registra al contrario un bilancio positivo per 11.100 posti di lavoro, superiore anche ai livelli del 2019.

Analizzando nel dettaglio il lavoro somministrato, oltre a un saldo negativo c’è anche un calo delle assunzioni del -11% rispetto al 2021 e del -6% sul 2019. Continua a manifestarsi invece un aumento delle trasformazioni dal somministrato a termine verso il somministrato a tempo indeterminato: se fino al 2020 questo tipo di evento riguardava meno di un migliaio di contratti all’anno, nel 2021 e nei primi 9 mesi del 2022 si sono superate le 2.000 trasformazioni.

I settori privilegiati

Il settore di impiego privilegiato è quello dell’ industria, specie metalmeccanica e del Made in Italy, sia per quanto riguarda le missioni a tempo determinato che quelle a tempo indeterminato.

Tra le altre tipologie di lavoro dipendente, il lavoro intermittente registra nel trimestre 18.100 assunzioni, su livelli simili al 2021 ma superiori dell’8% rispetto al 2019; il settore trainante si conferma quello dei servizi turistici.

Crescono collaborazioni e altre tipologie di lavoro para-subordinato, che dopo la forte contrazione registrata in periodo di pandemia sono interessate da una robusta ripresa e nel terzo trimestre 2022 registrano 8.900 attivazioni:+17% sul 2021 e sul 2019, seppure con un saldo lievemente negativo (-510 unità) così come nei corrispondenti trimestri degli anni precedenti.