Mister Paolo Zanetti alla tensostruttura Agorà del Taliercio
Mister Paolo Zanetti alla tensostruttura Agorà del Taliercio

Queste le dichiarazioni di mister Paolo Zanetti, allenatore del Venezia FC, che ha incontrato la stampa alla struttura Agorà del Taliercio, prima del match in casa contro l’Udinese.
Innanziutto mister, come avete lavorato in settimana, soprattutto dal punto di vista psicologico?
“Non c’ero in panchina contro lo Spezia, ma ci tengo a fare un passo indietro: al di là del risultato e di come è arrivato, credo che la squadra, ultimamente, abbia fatto qualcosa di meglio. Ci siamo affacciati più volte in area avversaria, senza però buttarla dentro. Non ho rimarcato l’errore fatto in occasione del goal, preferito lasciare alle spalle qualcosa che ci sta penalizzando ma che, anche per statistica, è destinato a finire. Non ricordo, in campionati recenti, squadre che possano aver sbagliato così tanto. I ragazzi comunque ce la stanno mettendo tutta, in settimana abbiamo cambiato qualcosa per cercare di scombinare il puzzle della nostra mente, più che risposte cerchiamo soluzioni pratiche, ma rimanendo lucidi su quello che si può fare. Non possiamo cambiare il passato ma possiamo determinare il futuro”.
Quindi su che cosa bisogna ragionare?
“Nei primi minuti siamo spesso entrati impauriti, ma anche se ci sta non essere perfetti non significa prendere goal. Secondo me la, parola chiave è proprio la paura, la tensione, l’ansia da prestazione, che caratterizza  appunto i primi minuti. Nei finali invece, la preoccupazione di non farcela. L’anno scorso invece avevamo una collocazione diversa nel nostro campionato, anche a livello di proposta tecnica. Ora invece facciamo parte di quelle quattro squadre che giocano per rimanere in serie A. Non dobbiamo vergognarcene, ma capire che dobbiamo farne un punto di partenza, essere consapevoli dei nostri limiti, lavorando sui nostri difetti, perché se siamo qui a giocarcela, ma siamo con squadre che non sonopiù scarse del Venezia. Spero non siano migliori nel Venezia, questo lo dirà il campo. Da questo punto di partenza, si può lavorare sodo, e tanto. In mezzo c’è una componente psicologica di un certo tipo, quando abbiamo vinto contro squadre che partivano vincenti contro di noi sulla carta, perché siamo andati con uno stato d’animo che consente alla squadra di esprimersi. La chiave sta proprio in che stato d’animo prepariamo la partita, ma pure come affrontiamo la partita. Non è responsabilità di chi sbaglia, perché siamo una squadra. Dobbiamo ragionare da squadra sia quando vinciamo che quando perdiamo. La squadra è fatta di culture diverse, abituati ad affrontare i momenti di difficoltà in modo diverso, dobbiamo trovare un linguaggio comune. Non abbiamo problematiche insormontabili, ma neanche alibi. Dobbiamo cercare di fare squadra per unire questo gruppo”.
Quanto ai giocatori: tutti a disposizione oppure c’è qualche defezione?
“Abbiamo qualche problema con Aramu e Vacca, i quali si sono affacciati oggi per la prima volta in allenamento. Secondo me però li recuperiamo, anche se Aramu ha una distorsione alla caviglia. Nsame ha avuto un’infiammazione al tendine. E’ chiaro che in questo momento devo mettere in campo chi mi dà garanzie. Valutando aspetti tecnici e fisici”.
Pensa che rimescolerà le carte in difesa, visto che ultimamente sono stati commessi errori che sono costati caro?
“Non ho mai tolto un giocatore dal campo perché ha fatto un errore, ma l’importante è capire perché ha fatto l’errore. Se mi rendo conto che in settimana vedo che reagisce in modo diverso, le scelte che faccio è perché si sono trascinati in settimana l’errore, e questo non posso permettermelo. Insomma è l’atteggiamento, non l’errore in sé, che  fa parte del gioco”.
Tornerà ad arbitrare Guida, dopo le recenti polemiche…
“Lo ritengo un arbitro bravo, lui è il suo team hanno fatto un errore come lo facciamo noi. Noi, ci tengo a sottolinearlo, non facciamo da ripartenza ad un arbitro che sa arbitrare bene. La media dei nostri arbitri è alta, a volte siamo penalizzati, a volte avvantaggiati. Da quando gioco a calcio io è sempre stato così”.
Due settimane fa contestazione civile del pubblico. Domenica invece, complice l’apertura al 100%, ci sarà il record stagionale di presente.
“Per tifosi mi riferisco in primis a quelli che sono venuti a darci una mano a Spezia, che erano a sostenerci in serie D quando la squadra era fallita, gli altri sono tifosi di passaggio. Due domeniche fa ci hanno contestato giustamente, ci hanno dato la scossa. Domenica scorsa, a Spezia, i tifosi hanno applaudito i giocatori, dando un segnale di fiducia, perché siamo in una situazione frustrante, pertanto noi dobbiamo ringraziarli e ripagarli sul campo. Dobbiamo tirarci lo stadio dalla nostra parte. Lo stadio sa che viene a vedere il Venezia e non il Real Madrid. Se riusciamo a fare tutt’uno squadra e gente avremo tanta energia e per tutti sarà difficile”.
Come descriverebbe l’udinese del girone di ritorno?
“L’Udinese è una squadra veramente forte, che ultimamente fa benissimo, ha giocatori importanti, per me meriterebbe una classifica diversa, molto più alta. È una squadra micidiale nelle ripartenze, molto fisica che sa fare blocco e quindi è difficile da scardinare. Ha calciatori che sanno gestire l’uno contro uno in difesa, quando attaccano. Insomma, una squadra veramente dura, con poche falle. Ma questa è la serie A, molte volte ho preferito non tessere le lodi dei nostri avversari, perché sembra di partire svantaggiati. Al di là dell’avversario dipende molto da noi chi siamo, che coraggio abbiamo, se riusciamo ad alzare i nostri numeri. Per tornare alla partita: dobbiamo segnare. Un pareggio a Spezia ci sarebbe servito per la stima. Ma non avrebbe cambiato tanto. Colpa mia, dei calciatori, della nostra mentalità, dobbiamo essere più produttivi e cattivi,meno individualisti in alcune scelte, più cattivi in altre. Il goal in a lo prendi, ma è lì il metro: la squadra dimostra di essere di serie A se riesci a far male e mettere in campo le tue potenzialità . Noi partiamo sempre da una condizione psicologica di svantaggio. Ma quando creiamo la difficoltà all’avversario, e segniamo, quella è l’essenza del calcio, ci lavoriamo ogni settimana e d e li il cento del nostro obiettivo”.
Lei sarebbe potuto essere anche allenatore dell’Udinese…
“Lo so, ma sono uno che quando fa una scelta, lo fa convinto, nel bene e nel male. Mi sono preso la patata bollente e voglio portare avanti la baracca, e sarò l’ultimo ad abbandonarla se andrà male, ma sono convinto che ce la faremo. Incontrando Mattia Collauto ho iniziato un’avventura meravigliosa e mi sento a casa mia. Io sono così, in positivo e negativo. Dipende sempre da come si lavora e la voglia che si ha di fare le cose in una certa maniera”.
Ha più sentito il Presidente Niederauer?
“Certo, con il presidente ci confrontiamo quotidianamente, inoltre devo dire che lui ha fatto bene a venire qui, a prendere l’aereo e stare vicino alla squadra, proprio per dare un segnale. Lui ci batte molto sul concetto di famiglia, quando si vince, si è in famiglia, così come quando si perde. e questo è un segnale importantissimo anche per i giocatori”.
Si sente messo in discussione?
“E’ normale che, se sono ancora qui, è perché la società crede nel lavoro che faccio e che ho fatto. Penso che faccia parte del mio mestiere, la bravura sta nel gestire certi momenti. Io sono passato dall’essere considerato da San Paolo  a un co****ne in pochi mesi. Ma noi  non abbiamo nessun accordo in base al quale io debba restare per forza. Finché la società penserà questo, valutando tutti i problemi, io sarò qui, poi potrà fare scelte diverse, questo fa parte del mestiere. Io voglio battere l’Udinese, lavorare duro e sempre meglio, cercando di trovare soluzioni.
E la visita di Filippo Inzaghi oggi al Taliercio?
“Inzaghi è stato mio ospite oggi, c’è grande stima reciproca, passeremo questa giornata insieme, confrontandoci”.