Nel territorio polesano gli imprenditori agricoli hanno assicurato, nel 2023, circa 120 milioni di valore per danni da eventi meteo avversi. E quella di Rovigo è la provincia veneta dove ogni anno si registra un continuo e progressivo aumento delle superfici assicurate.

Per questo Confagricoltura ha accolto con sollievo la notizia che il governo ha recuperato le risorse per coprire buona parte dei costi sostenuti dagli agricoltori nel 2022 e 2023 per le polizze. Un contributo necessario per incentivare le aziende ad assicurarsi.

I dati

“Eravamo molto preoccupati perché, in un primo momento, i fondi messi a disposizione si erano rivelati insufficienti per far fronte ai costi molto alti delle assicurazioni – sottolinea Lauro Ballani, presidente di Confagricoltura Rovigo -. Finalmente, dopo molte sollecitazioni da parte della nostra organizzazione, nei giorni scorsi il ministero ci ha comunicato l’arrivo di risorse che copriranno tra il 55 e il 60 per cento delle polizze pagate nel 2022 e di altre che andranno a copertura del 63 per cento dei costi sostenuti nel 2023. Se così non fosse stato, le aziende agricole avrebbero potuto evitare di assicurarsi, esponendosi agli effetti imprevedibili dei cambiamenti climatici. L’impegno del governo ridà fiducia al settore e porta una boccata di ossigeno alle aziende in difficoltà, ma è necessario che in futuro si trovi il modo di dare certezza dei contributi e dei tempi di erogazione, perché troppo spesso gli aiuti arrivano in modo tardivo e frazionato. Il nostro impegno sindacale, a partire dalle prossime settimane, punterà ad avanzare proposte affinché questo strumento diventi più congruo e incisivo”.

Il mais

A Rovigo la coltura più assicurata è il mais, cioè quella che ricopre il maggior numero di ettari. Seguono altri cereali, la soia e la frutta. Infine, in misura minore, orticole come il pomodoro, i meloni e i cocomeri. Secondo il presidente, però, sono ancora poche le aziende che si assicurano. “In Italia sono 70.000. Un numero esiguo – sottolinea -. L’assicurazione, con le nuove normative, diventa obbligatoria solo per gelo, siccità e alluvione. Non lo è invece per la grandine, che ad oggi è non solo l’avversità più frequente, ma quella che crea il maggior numero di danni. L’anno scorso Rovigo è stata interessata da una grandinata molto importante, che ha compromesso raccolti di mais e soia, anche se per fortuna i danni sono stati circoscritti solo in alcuni Comuni. L’annata 2023 conferma come l’agricoltura viva spesso di situazioni imprevedibili. Gli agricoltori hanno dovuto affrontare emergenze che, fino a qualche tempo fa, sembravano impensabili. Prima la siccità, che da gennaio ad aprile sembrava il problema più assillante; poi le perduranti piogge, che tra maggio e giugno hanno capovolto la situazione. In alcune zone si sono verificati allagamenti e altre criticità, a testimonianza di come siano sempre più frequenti gli eventi estremi legati ai cambiamenti climatici. È evidente, quindi, che assicurarsi diventa un passo obbligato per garantire la sopravvivenza della propria azienda”.

 

Per il 2024 l’auspicio di Ballani è che il mondo politico sia attento e incisivo nel difendere il settore primario, cui va riconosciuta l’importanza del ruolo che svolge, dalla salvaguardia del territorio alla sicurezza alimentare. “L’anno che si chiude ci ha portato anche notizie positive, a partire dai numeri in crescita delle aziende agricole che stanno investendo con i bandi 4.0, Inail e Psr – rimarca -. Un segnale che dimostra come, nonostante le difficoltà, gli imprenditori credano ancora nel settore, puntando a innovare e ad essere competitivi. Nei prossimi giorni arriverà l’acconto del 60 per cento del contributo comunitario Pac, che darà un po’ di ossigeno alle aziende in crisi di liquidità. Bisogna però che le istituzioni supportino l’innovazione tecnologica e la ricerca seria di nuove cultivar e strumenti che ci possano mettere in condizione di affrontare i prossimi anni con serenità”.