La gente colleziona di tutto. I francobolli sono sempre in testa alle classifiche delle collezioni. Ma si può passare dagli adesivi alle borracce, dalle maglie da ciclismo vintage ai dischi di vinile, dai tappi da birra agli abiti firmati. Per una terra come quella trevigiana, dove il Prosecco è diventato un vero e proprio pozzo di petrolio che genera ricchezza e muove l’economia della Marca, tanto da mettersi in fila per richiedere il patrocinio dell’Unesco e proteggere le colline del Prosecco, da Conegliano a Valdobbiadene non potevano mancare i collezionisti di capsule, definite anche gabbiette. Si trovano solo nei vini frizzanti e spumantizzati, prevalentemente bianchi. Le capsule dello spumante insomma, per chi non lo sapesse, sono quei lamierini circolari che si trovano sulla sommità dei tappi di sughero a fungo, bloccati dalla gabbietta di sicurezza degli spumanti, champagne e vini frizzanti in generale.
E leggendo dal sito, www.clubcollezionisticapsule.it, si può addirittura leggere la storia di questa strana passione. “Le prime capsule erano “anonime”, semplici dischetti di acciaio o colorati, al massimo con qualche scritta identificativa, ma un po’ alla volta, molte cantine hanno iniziato a personalizzarle con il loro logo, slogan o immagini rappresentative, facendole diventare accattivanti oggetti da collezionare. E quando le cantine si sono rese conto del potenziale pubblicitario e rappresentativo della capsula, la maggior parte dei produttori di spumanti e vini frizzanti di tutto il mondo hanno iniziato a differenziare sempre più frequentemente il logo, le immagini ed i colori delle proprie capsule, creando così un interesse in crescita esponenziale presso i collezionisti, perennemente a caccia del pezzo mancante. Sviluppatosi inizialmente in Francia e Spagna, l’hobby di collezionare le capsule è presto diventato una realtà ben consolidata e si sta velocemente affermando anche in Italia, dove la maggior parte dei collezionisti convergono nel Club Collezionisti Capsule”.
Una strana passione, tanto da creare addirittura un club, che negli anni ha fatto molti proseliti ed implementato notevolmente i soci iscritti, organizzando incontri e mostre in tutta Italia. tante le partecipazioni a saloni multitematici, fiere, manifestazioni, convegni, e mantenuto contatti con diversi produttori al fine di sviluppare sempre più questo affascinante hobby. E le cantine trevigiane, come accaduto sabato, hanno aperto le porte pure ai collezionisti di capsule. Scambi affannosi alla ricerca della capsula mancante, trattative serrate ai banchetti e c’è chi addirittura vorrebbe creare un museo da quante ne possiede in casa.
Alcuni sono dei veri e propri pezzi rari, su bottiglie degli anni Venti o Trenta. C’è chi è disposto a spendere patrimoni per acquistare la bottiglia rara non tanto per bere il vino ma per staccare l’ambita capsuletta. insomma, dai fumetti alle auto storiche, agli accendini ed ora anche le capsule, per i collezionisti non ci sono confini.