Si è svolto nei giorni scorsi presso Palazzo Giacomelli, con una grande partecipazione di pubblico, il convegno dal titolo “Il senso dell’integrazione tra crisi climatica, demografica, economica e geopolitica”, promosso e organizzato dal Gruppo di Treviso della Fondazione Centesimus Annus Pro Pontifice, il cui referente è l’Ing. Pietro Piccinetti.

L’evento ha visto la partecipazione di un pubblico diversificato: esponenti delle istituzioni, professionisti, imprenditori, giornalisti e cittadini consapevoli dell’importanza di affrontare le sfide attuali con un approccio integrato.

I saluti introduttivi a cura dell’Ing. Pietro Piccinetti, Referente del Gruppo di Treviso della Fondazione, hanno dato il via a una serie di interventi illuminanti e costruttivi.

I saluti istituzionali, portati dal Sindaco di Treviso Mario Conte, dal Segretario Generale della FCAPP Oliver Galea e dal Presidente della Camera di Commercio di Treviso-Belluno, nonché Presidente di Assocamerestero, Mario Pozza, hanno sottolineato l’importanza dell’impegno collettivo nella ricerca di soluzioni alle complesse sfide che riguardano l’integrazione e che la società contemporanea si ritrova a dover affrontare.

Durante il convegno, moderato dal giornalista Pierluigi Sassi (Presidente della Giornata mondiale della Terra), illustri relatori hanno condiviso il loro punto di vista e le loro esperienze, offrendo spunti preziosi per un approccio integrato e pratico al delicato tema dell’integrazione.

Silvia Bolla, Presidente PMI Confindustria Veneto Est, ha messo in luce l’importanza della collaborazione tra settore pubblico e privato, nella ricerca di soluzioni sostenibili ed efficienti, e ha evidenziato il valore della formazione già nel luogo di origine dei migranti. «La disparità economica, il divario tra ricchi e poveri, che si è accentuato anche dopo la pandemia, è un problema economico, ma anche sociale. Pensiamo che, in Italia, da un ultimissimo rapporto di Save The Children di febbraio, abbiamo 400.000 bambini che vivono sottosoglia di povertà; altro dato molto inquietante è che 1 su 7 di questi bambini abbandonerà la scuola dell’obbligo o abbandona la scuola dell’obbligo. Vuol dire che avremo 14 adolescenti o adulti nella prossima generazione che non avranno gli strumenti per accedere ai servizi di base – un lavoro dignitoso, un’assistenza sanitaria, la giustizia – e questo crea delle disparità sociali che sono molto impattanti per quanto riguarda anche l’economia di un Paese.»

Mons. Gianni Fusco, Accompagnatore spirituale del Movimento Giovani UCID, ha offerto una prospettiva umanistica e spirituale sulla questione dell’integrazione, riflettendo sui valori morali e della solidarietà. «Ci sono tanti condizionamenti e uno di questi è quello culturale, per il quale, io credo, ci sia ancora bisogno di un cambiamento. Ricordo quando Giovanni Paolo II cominciò a sottolineare quando negli anni 80 e 90, parlando di globalizzazione, disse che l’importante è che non ci fosse solo una globalizzazione dei mercati. Ci sono infatti altre tre globalizzazioni: della cultura, dell’idea del lavoro e della solidarietà.»

Francesco Pedoja, ex Presidente del Tribunale di Pordenone, ha presentato un’analisi approfondita delle implicazioni giuridiche delle sfide globali attuali, invitando il pubblico presente ad una riflessione sul ruolo del diritto nella promozione di una società più equa e inclusiva. «Il problema della giustizia come prima forma di carità ha potenziato e creato un modello per tutta Italia sull’organizzazione delle amministrazioni di sostegno, quindi la giustizia che riguarda i deboli. La parte fallimentare, invece, riguarda i deboli economici e quindi in qualche modo c’è sempre una sofferenza che va dal piano fisico, sociale a quello economico. Sono problematiche essenziali da affrontare per risolvere i problemi.» 

Infine, Sofia Capellini, Portavoce e Consigliere dell’Associazione “Il Gabbiano”, ha condiviso esperienze di integrazione ed inclusione sociale, evidenziando l’importanza delle politiche e delle iniziative lombarde nel favorire la coesione e il reinserimento lavorativo nella comunità di ex detenuti ed ex tossicodipendenti o alcolisti, oltre che di immigrati. «Ci occupiamo da quarant’anni di tutela della dignità umana e lo facciamo attraverso l’accoglienza in strutture dedicate, la cura socio-assistenziale e l’aiuto sociale, anche attraverso il reinserimento lavorativo, alle persone che si trovano in una situazione di emergenza per diversi motivi. Siamo partiti dall’integrazione di persone che venivano da percorsi di tossicodipendenza e alcolismo e poi piano piano abbiamo iniziato a rispondere all’emergenza di oggi, quindi alle guerre, alle carestie. Negli anni 90 abbiamo dato una risposta all’accoglienza in Italia delle persone che arrivavano dalla guerra in Kosovo e dall’Albania. Oggi rispondiamo all’accoglienza di migranti che vengono soprattutto dall’Africa. Quest’anno abbiamo accolto anche 69 ucraini. Abbiamo più di 100 dipendenti e 300 sono i volontari e operiamo in sei provincie Como, Bergamo, Lecco, Sondrio, Lodi e Milano.»

L’evento ha rappresentato un’importante occasione di confronto e riflessione sulle sfide globali del nostro tempo, confermando l’impegno del Gruppo di Treviso della FCAPP nella promozione di un dialogo costruttivo e nell’individuazione di soluzioni concrete per un futuro più inclusivo.