Un documento articolato e tecnico, che consiste in 19 punti, rivolto al Governo, denominato “Documento dei sindaci delle Città capoluogo di provincia del Veneto”, è stato presentato oggi, in web-conference, alla presenza dei rispettivi primi cittadini: Luigi Brugnaro (Venezia), Mario Conte (Treviso), Federico Sboarina (Verona), Francesco Rucco (Vicenza), Sergio Giordani (Padova), Jacopo Massaro (Belluno) e Edoardo Gaffeo (Rovigo).

Ecco in sintesi che cosa ha detto ciascun primo cittadino.

Il Sindaco di Treviso, Mario Conte: “In questo documento abbiamo raccolto le richieste dei cittadini, e le poniamo all’attenzione del Governo. Vogliamo essere un esempio di gestione amministrativa, non solo sanitaria; c’è stata un’ottimale gestione della fase 1, in Regione, se adesso ci troviamo qui a parlare di Fase-2. Oggi è il 44esimo giorno di zona rossa ed il 50esimo da quando il virus è stato diagnosticato nel nostro Paese. Noi sindaci abbiamo avuto un ruolo di equilibristi, Infatti, ci troviamo a far fronte a richieste della cittadinanza, non dico ogni giorno, ma ogni minuto, perché sono preoccupati e non sanno quando le loro attività potranno riaprire, così come i genitori che non sanno come fare con i figli quando torneranno al lavoro. Apprezziamo gli sforzi fatti finora dal Governo, ma i 3 miliardi stanziati a favore dei Comuni, spero siano un primo passo. Tutti noi Comuni abbiamo caratteristiche peculiari che ci rendono unici ma che, ad esempio il turismo, sono in ginocchio. E l’emergenza economica durerà anche il prossimo anno, quindi noi dovremo essere a fianco dei cittadini anche offrendo loro un supporto dal punto di vista psicologico, almeno finché non si sarà tornati ad una nuova normalità. Se non sburocratizziamo oggi – ha affermato Conte – non lo faremo mai più. questa è una grande opportunità per il Governo. In questo momento, inoltre, dobbiamo lasciar perdere le appartenenze politiche, piuttosto unirci. Questo anche perché abbiamo bisogno di tempi e risorse certe”.

Il Sindaco di Padova, Sergio Giordani: “Il governo dovrà dimostrare di avere gli attributi, altrimenti avremo bisogno di tanti soldi. E chiederli allo Stato sarebbe un grosso problema. Quindi noi non chiediamo denaro, ma di togliere il patto di stabilità”.

Il Sindaco di Verona, Federico Sboarina: “Questa è un’occasione storica anche per noi sindaci. Saremo fermi e determinati, anche perché ne va della nostra stessa sopravvivenza. Non vogliamo comunque essere in dicotomia con la Regione”.

Il Sindaco di Vicenza, Francesco Rucco: “Il Comune di Vicenza è in linea con tutti gli altri qui presenti. C’è bisogno di liquidità nelle casse comunali. E aggiungo che, nella lettera accompagnatoria al documento, è stato chiesto di non sottovalutare la sicurezza urbana”.

Il Sindaco di Rovigo, Edoardo Gaffeo: “Stiamo assistendo ad un vertiginoso incremento delle richieste di aiuto per quanto riguarda i servizi social; sono tutte tematiche sulle quali è necessario dare delle risposte, anche in termini economici. Solo con un intervento concreto degli enti locali, allora si potrà dare un vero aiuto ai cittadini”.

Il Sindaco di Belluno, Jacopo Massaro: “Non vogliamo fare polemiche e neppure mercanteggiare, bensì fare proposte. ricordo inoltre che i Comuni erogano il 90 per cento dei servizi ai cittadini,ma rappresentano solo il 7,6% della spesa dello Stato e il 2% del deficit; il che è prova di efficienza. dobbiamo cogliere quest’occasione per un rilancio contro la burocrazia, altrimenti ne saremo schiacciati”.

Il Sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro: “Questo documento è la prova di una struttura trasversale fatta nel territorio regionale. Non vogliamo fare critiche al Governo, piuttosto vogliamo essere propositivi.  Anzi: ringraziamo la Regione Veneto ed il Governo per l’impegno, però di fatto i nostri cittadini sono a casa e sono spaventati per la crisi economica. Venezia è una cartina di tornasole del Veneto, basti pensare al turismo, la principale fonte di finanziamento del trasporto pubblico. Un bilancio complessivo dei danni, stando alle prime stime, si aggira tra i 220 e i 240 milioni di mancati introiti per le casse dei Comuni capoluogo veneti, tra cui spiccano i 115 milioni di euro per il Comune di Venezia, senza contare le società partecipate. Bisogna fare meno annunci e più contatti con la gente. Inoltre, necessita fare un piano con date certe e il più velocemente possibile, perché ci potrebbe essere un rischio ed un’emergenza legati al tema della sicurezza”.

Documento sindaci Capoluoghi Veneto