Equipe Angiologia Mirano
Equipe Angiologia Mirano

La “cattiva” circolazione può dipendere dai vasi sanguigni ostruiti che possono essere causa di patologie importanti come l’embolia polmonare e l’ictus cerebrale. Le patologie cosiddette circolatorie rappresentano una condizione diffusa tra la popolazione che vanno indagate da una branca della Medicina detta Angiologia. “Lo scopo della visita angiologica – ha spiegato il Primario della Medicina di Mirano della Ulss 3, il Dottor Massimo Puato – è quello di curare una patologia già evidente dal punto di vista clinico, ma anche quello di prevenire potenziali complicazioni, anche fatali, di una malattia vascolare non ancora manifesta (asintomatica). Durante la visita, infatti, l’angiologo individua i fattori di rischio in grado di determinare un danno vascolare (fumo, obesità, familiarità, diabete, dislipidemia, ipertensione arteriosa, etc), rileva la presenza di sintomi caratteristici di patologia, e pone indicazioni terapeutiche specifiche per la patologia vascolare in atto, la correzione dello stile di vita e dei fattori di rischio modificabili”. A fianco della classica visita, nei casi richiesti, l’angiologo si avvale dell’esame strumentale Eco color Doppler.

L’ambulatorio di Angiologia della Medicina di Mirano è un importante punto di riferimento, a partire dall’inizio degli anni ’90, per la popolazione, i medici di famiglia, che possono far accedere i pazienti direttamente nei casi urgenti, per il Pronto Soccorso e tutti i reparti dell’Ospedale. L’ambulatorio angiologico completa e perfeziona il percorso di cura, facendosi carico dei pazienti più complessi, anche attraverso il ricovero ordinario. A guidarlo è la dottoressa Ornella Barbato che ha ricordato l’attività svolta nel corso del 2019: “Sono state eseguite circa 6000 prestazioni, di cui 1100 visite programmate, 750 visite di controllo, 500 visite urgenti, e 3000 eco-color-Doppler (eco color Doppler TSA, arti inferiori e superiore venosi e/o arteriosi, aorta addominale e grossi vasi, arterie renali). Inoltre, a questo importante lavoro si devono aggiungere anche le consulenze interne per i pazienti ricoverati e i pazienti afferenti al Pronto Soccorso”. “Va inoltre ricordato che, anche nel periodo dell’epidemia CoviD-19 – ha aggiunto la Dottoressa – l’ambulatorio non si è mai fermato e ha continuato a supportare il Pronto Soccorso e il territorio per le urgenze, e i vari reparti dell’Ospedale, in particolare la Rianimazione dove le patologie tromboemboliche erano molto frequenti”.

L’Angiologia opera sul versante arterioso e su quello venoso. Per quanto riguarda l’aspetto arterioso, l’esame eco color Doppler evidenzia i danni vascolari, rappresentati in genere da placche aterosclerotiche che determinano ostruzione delle arterie in vari distretti: arterie del collo (collegate all’incidenza di ictus cerebrale), arterie degli arti (che si manifesta con crampi prevalentemente ai polpacci, ad intervalli fissi durante la marcia, la cosiddetta “claudicatio intermittens” o “malattia delle vetrine”), aorta addominale e grossi rami. L’angiologo, in questo caso, opera in stretta collaborazione con il chirurgo vascolare e con il cardiologo interventista, valutando i pazienti candidati ad intervento di rivascolarizzazione. Questi stessi pazienti vengono poi seguiti anche nel post-intervento per il controllo dei risultati o delle complicanze.

L’Angiologia si occupa, inoltre, della valutazione di pazienti con malattie del sistema venoso. Queste patologie comprendono un grande ventaglio di disfunzioni: dalle varici venose, alle tromboflebiti superficiali fino alle trombosi venose delle vene profonde degli arti inferiori spesso complicate da embolia polmonare. In quest’ultimo caso, i pazienti giungono in ambulatorio per sospetto di trombosi venosa, evento temuto per il rischio di embolia polmonare. In caso di diagnosi di trombosi venosa profonda il paziente viene preso in carico, vengono valutati i fattori di rischio che possono aver determinato la trombosi, viene iniziata la terapia, e infine vengono monitorati periodicamente nelle visite di controllo. La terapia anticoagulante, negli ultimi anni, è divenuta di più facile gestione per l’arrivo in commercio dei nuovi anticoagulanti orali, per cui molti di questi pazienti vengono trattati a domicilio.

“La formazione dello specialista angiologo, che di fatto è un medico internista con competenze vascolari – ha concluso il Primario Puato – richiede una preparazione attraverso corsi di formazione post-universitaria, un confronto continuo con le società scientifiche di riferimento, la partecipazione a studi multicentrici che permettono di aggiornare in modo attivo e continuo le conoscenze. Una preparazione che garantisce ai nostri cittadini medici professionisti, prestazioni di qualità e risposte efficienti”.