“Dopo cinque anni che sbraita per i limiti sui PFAS e dopo ben 808 giorni che occupa il Ministero dell’ambiente, finalmente il Movimento Cinque Stelle ha formulato la bozza dei limiti sugli scarichi per i PFAS. Già alcuni anni fa la Commissione Bicamerale Ecoreati aveva stabilito che la competenza sulla fissazione dei limiti era ‘in maniera inequivocabile dello Stato’. Adesso, finalmente, arriva la proposta”.
Così l’assessore all’ambiente della Regione del Veneto Gianpaolo Bottacin commenta la proposta di introduzione di limiti nazionali alla presenza di PFAS negli scarichi prevista nel disegno di Legge “Green New Deal e transizione ecologica del Paese” (Collegato Ambientale 2020) presentato in questi giorni in Senato.
“30 nanogrammi per il PFOS, 500 nanogrammi per una decina di altre sostanze della famiglia e addirittura 7000 (!) nanogrammi per il C6O4 e il HFPO (GenX) – spiega in dettaglio l’assessorenel testo del Collegato Ambientale arrivato al Senato in queste ore si rilevano, infatti, questi limiti per gli scarichi, anche quelli ‘in cui lo scarico possa avere un impatto sulla qualità di acque il cui uso può determinare il passaggio dei composti PFAS nella catena alimentare, come ad esempio nel caso delle acque destinate all’uso potabile, all’uso irriguo, all’industria alimentare, alle acque per l’abbeveramento del bestiame’”.
“Vorrei far presente che la Regione del Veneto, pur non avendone la competenza, ma a tutela dei propri cittadini, già dal 2017 ha fissato autonomamente un limite “virtualmente tendente a zero” per le acque potabili – evidenzia l’assessore veneto all’ambiente – mentre per gli scarichi industriali, sommando tutte le sostanze, ha fissato un massimo assoluto di 2030 nanogrammi in presenza di tutte le sostanze contemporaneamente con un massimo di 500 per PFOA, PFBA, PFBS e solo 30 per i PFOS. Nella proposta arrivata al Senato invece, in caso di presenza di tutte le sostanze contemporaneamente, la quantità ammessa sarebbe di 19.530 nanogrammi per litro, ben cinque volte il limite posto dalla Regione del Veneto”.
L’assessore aggiunge: “Dopo tanto chiasso, il M5S in ben due anni di occupazione del Ministero dell’ambiente ha partorito limiti altissimi, che peraltro dobbiamo attendere entrino in vigore fra due anni, in sostanza, hanno impiegato quattro anni per definire limiti ben più alti di quelli stabiliti dalla Regione del Veneto nel 2017. E, ribadisco, la Regione non ne aveva neppure la competenza, tanto che si è esposta a oltre 40 ricorsi per averlo fatto. Ora mi domando se con questi limiti così alti si voglia dare un ulteriore appiglio ai ricorrenti contro la Regione mi auguro proprio di sbagliare su questo, perché, per noi, l’unico interesse è sempre stato e rimane quello di tutelare la salute dei cittadini. A questo punto, mi piacerebbe sapere se lo stesso valga anche per il M5S”.