Sabato 25 febbraio alle ore 18 riapre al pubblico la chiesa di San Teonisto di Treviso dopo alcuni mesi di chiusura per lavori di adeguamento tecnico e per il restauro del timpano in facciata, progetto coltivato dalla Fondazione Benetton fin dall’acquisizione e dal recupero della chiesa, e oggi portato a compimento.

Se il restauro ultimato nel 2017 era stato valorizzato anche dalla ricollocazione nell’edificio delle opere pittoriche originarie, questa nuova fase di lavori è segnata da un’altra importante operazione culturale: l’acquisizione di tre nuove tele che vanno a completare il ciclo artistico laddove non era stato possibile recuperare i dipinti originari.

A Safet Zec, artista bosniaco considerato dalla critica internazionale pittore e incisore di straordinarie qualità espressive, è stato affidato il compito di interpretare e dare nuova vita a quegli spazi vuoti lungo le pareti, scegliendo il linguaggio dell’arte contemporanea per proseguire quel dialogo con l’antico già intrapreso, nel campo dell’architettura, con il restauro critico di Tobia Scarpa.

«Una testimonianza», spiega Luigi Latini, direttore della Fondazione Benetton Studi Ricerche, «del desiderio di continuare a scrivere la storia di questo luogo della città di Treviso, coinvolgendo ogni forma di espressione artistica. Un’idea che prende avvio, questa volta, dal desiderio manifestato da Luciano Benetton di coinvolgere un artista come Safet Zec, capace di recepire nelle proprie opere sia le vicende storiche che accompagnano la chiesa e la sua città, sia i temi conduttori che hanno il compito di proiettare nel futuro il senso di questa eredità: la sensibilità contemporanea nei confronti della natura, il valore della solidarietà umana, la necessità di coltivare una vicinanza verso ogni espressione artistica.

L’occhio attento vedrà che nelle tre opere di Zec si snoda un vero e proprio filo rosso: un filo teso tra le fronde dell’albero, nell’abbraccio di un uomo e di una donna, tra le macerie di una Treviso distrutta dalla guerra. A noi il compito di seguire la traccia di quel fil rouge, raccogliere il senso più vitale della nostra storia e seguire la strada che l’artista ci suggerisce».

Safet Zec, in una conversazione con lo storico e critico d’arte Giandomenico Romanelli, racconterà le tre grandi tele realizzate appositamente per la chiesa di San Teonisto: La veduta di Treviso, pensata per la lunetta posta sopra l’ingresso laterale, dedicata alla memoria dei tragici bombardamenti delle due guerre mondiali; L’abbraccio, per l’altare laterale sul lato opposto, opera che riprende un tema ricorrente e struggente, molto caro all’artista; L’albero, per l’altare maggiore, uno straordinario soggetto che esplode in tutto il suo vigore lussureggiante.

Una grande chioma che invade lo spazio di luce e colori. Un inno alla gioia che ha la forza di una sinfonia travolgente e sublime. 

L’incontro sarà concluso da un momento musicale che vedrà protagonista Giovanni Andrea Zanon, talentuoso giovane violinista trevigiano, già affermatissimo protagonista della scena internazionale.

Un’occasione per presentare il progetto Landscapes, la rinnovata stagione di musica, teatro, incontri, che darà nuova vita alla chiesa di San Teonisto a partire dal mese di marzo e che vedrà Giovanni Andrea Zanon tra gli artisti ospiti. 

Un progetto che integra il linguaggio della musica classica e antica, al centro dei precedenti cartelloni, con quello della musica jazz, del teatro civile, delle performance nel paesaggio. 

La stagione si aprirà sabato 4 marzo e coinvolgerà, oltre a Zanon, accompagnato da Leonora Armellini: Joel Frederiksen con l’Ensemble Phoenix Munich; Paolo Rumiz con Lara Komar, Giorgio Monte, Aleksandar Karlic e Vangelis Merkouris; Daniele Di Bonaventura; Filippo Tantino con il suo quartetto; Andrea Pennacchi e Giorgio Gobbo; Faber Teater; Francesca Benetti.