Lo spotting premestruale è contraddistinto dalla presenza di particolari perdite ematiche di colore rosato o marroncino che si verificano tendenzialmente qualche giorno prima della mestruazione.

In prossimità del ciclo mestruale, infatti, l’endometrio si sfalda, i livelli di progesterone scendono e questo può provocare una modesta fuoriuscita di sangue.

Spotting premestruale e perdite da impianto: le differenze

Spotting e perdite da impianto si manifestano entrambi con modeste perdite di sangue, ma di fatto parliamo di due fenomeni differenti che non devono essere assolutamente confusi.

Le perdite da impianto, infatti, sono legate alla gestazione e non devono essere associate all’arrivo della mestruazione. Pertanto, lo spotting mestruale è destinato ad aumentare d’intensità con l’arrivo del ciclo, mentre le perdite da impianto a scomparire in pochi giorni.

Quando consultare il medico

Lo spotting è un fenomeno normale che di per sé non deve destare particolare preoccupazione. Tuttavia, se le perdite si presentano con una certa frequenza o se sono associate ad altri sintomi particolari (come dolore, bruciore, stanchezza o senso di pesantezza al basso ventre) può essere opportuno consultare uno specialista.

Il ginecologo, quindi, valuterà la situazione ed eventualmente prescriverà degli accertamenti più approfonditi (come, ad esempio, un’ecografia per analizzare lo spessore dell’endometrio o delle analisi del sangue per verificare il dosaggio ormonale).

Bassi livelli di progesterone, infatti, potrebbero determinare uno spotting prolungato, ma anche di altri disturbi come eccessiva irritabilità, acne, gonfiore e stanchezza.

Altre possibili cause

Non sempre è possibile individuare le cause scatenanti che determinano il fenomeno, tuttavia perdite anomale possono verificarsi anche quando si assume la pillola anticoncezionale.

Senza dimenticare, infine, che lo spotting può scaturire anche in concomitanza di disturbi alimentari, diete sbilanciate, squilibri ormonali e forte stress.