Thomas Henry - Foto Venezia FC
Thomas Henry - Foto Venezia FC

Il nuovo attaccante del Venezia FC, Thomas Henry, ha incontrato oggi la stampa in conference-call.
il neo arancioneroverde è stato introdotto dal dirigente lagunare Paolo Poggi, il quale ha detto di lui: “Dopo un lungo inseguimento siamo riusciti a chiudere questa operazione. Parliamo di un calciatore che ha fatto molto bene l’anno scorso e quest’anno ha cominciato anche troppo bene, il che ha complicato non poco le cose, perché la trattativa è diventata più lunga, ma alla fine siamo riusciti a chiuderla e in questo la volontà di Thomas è stata determinante. Per portare Thomas a Venezia abbiamo fatto un’offerta importante, ma al di là dell’aspetto puramente economico abbiamo dimostrato fiducia al giocatore, esprimendo quello che è il nostro progetto, e siamo soddisfatti del fatto che ci abbia scelti tra tanti club, anche molto importanti che lo cercavano, come per esempio il Celtic. Ora, il fatto di trovare un attaccante era la nostra priorità. Per quanto riguarda invece i giocatori in uscita: ad oggi non si è sbloccato niente. È evidente che ogni giorno che passa prima di arrivare al 31, si percepisca come le squadre chiedono sempre con più frequenza informazioni sui giocatori che devono uscire, per cui credo che, per la fine di questa settimana, sicuramente per gli ultimi due giorni di mercato, troveremo una sistemazione per tutti”.
Quindi è stata la volta di Henry.
Thomas, quest’estate sei stato molto corteggiato da tante squadre, ma hai scelto il Venezia. Per quale motivo?

”Sì è vero, molte società mi hanno cercato quest’estate, ma l’allenatore è la società del Venezia FC mi hanno fatto capire che credono molto in me, quindi è stato facile e sereno, per me, prendere questa decisione, ma non solo: il fatto di giocare in uno dei migliori campionati, a livello europeo, mi darà la possibilità di giocare contro squadre come l’Inter e la Juventus, e, credetemi, è veramente un sogno per me poter disputare questo campionato”.
Nella passata stagione hai messo a segno 21 goal; quest’anno quanti ne vorresti segnare?
“È davvero difficile rispondere a questa domanda, perché io sono un attaccante e, naturalmente, non mi pongo limiti o vincoli sul numero dei goal che voglio segnare, perché sono, appunto, un finalizzatore. Però, in realtà, quello che mi preme è aiutare la squadra; non solamente con i miei goal ma anche con le altre mie qualità, che sono, per esempio, quella di creare spazi per i compagni, nonché di aiutare la squadra a costruire la manovra. Quindi il mio obiettivo reale è quello di essere utile alla squadra, non sono con i goal ma anche sotto tutti i punti di vista”.
Che cosa pensi di poter portare al Venezia, in riferimento alla tua esperienza internazionale?
“Ho appunto avuto esperienza in Belgio, ma lo scorso anno, per me, è stato il primo ad alto livello. Quest’anno cercherò di imparare bene il campionato e prendere velocemente le misure. Come dicevo, il mio ruolo è quello di attaccante e il mio compito principale è segnare, ma sono anche un giocatore completo, e cercherò di aiutare anche i compagni ed essere funzionale al gioco della squadra”.
C’è qualche giocatore a cui ti ispiri, non necessariamente un “idolo”, ma qualcuno a cui vorresti assomigliare, per caratteristiche?
“A dire la verità, io voglio essere assolutamente me stesso. Voglio migliorare, naturalmente, in quelle che sono le mie qualità, però la cosa principale è continuare a giocare a modo mio, cercando come detto di migliorare il più possibile, dando il mio contributo alla squadra. Cercherò, a tale scopo, di imparare guardando anche quelli che sono i migliori attaccanti di questo campionato, per esempio Cristiano Ronaldo e Immobile, però la cosa più importante è continuare a essere me stesso e continuare a giocare a modo mio”.
Ci puoi descrivere il tuo curriculum calcistico?
“Ho esordito al Nantes a soli 15 anni, nella categoria più bassa del campionato francese. Forse ho iniziato troppo presto, tuttavia devo dire che sono cresciuto di stagione in stagione: imparavo sempre qualcosa di nuovo, e crescevo di continuo, quindi in realtà ciascuna tappa della mia carriera, ogni singola stagione, è stata importante per me e per la mia crescita personale. Certo, ero comunque molto giovane, e forse, ad essere onesto, magari non ero ancora pronto per quel tipo di palcoscenico. Però devo dire che l’esperienza fatta, anche se ho giocato poco, mi è stata molto utile dal punto di vista della mentalità, perché poi me la sono portata dietro per tutto il resto della della mia carriera, e quindi sicuramente è stato un passaggio importante, come sono stati molto importanti in realtà gli anni in cui ho giocato in Belgio, perché anche giocando là ho avuto la possibilità di imparare tanto. Quindi ogni singolo passo della mia carriera è stato un mattoncino importante per la mia crescita, sia professionale da calciatore che umana”.
Sei consapevole fatto che, nel campionato italiano, ci sono grandi difensori, tanto che numerosi attaccanti faticano molto, specialmente all’inizio?
“Sono qui proprio per questo, per affrontare le migliori squadre e le migliori difese del mondo come quelle che ci sono, appunto, in Italia. Ma è proprio questo il motivo per cui ho deciso di venire a giocare in Italia:  quello di confrontarmi con le migliori difese e con i migliori giocatori che esistono al mondo, come ad esempio Chiellini e Bonucci. Ed è proprio questa la mia sfida, perché voglio provare anche a me stesso di poter competere, di poter essere all’altezza di questo genere di sfide”.
Chi ti ha visto giocare ti considera un attaccante moderno, veloce, fisico, ma del pari bravo anche nel tirare i rigori. Sei d’accordo con questa definizione?
“Mi piace considerarmi un attaccante moderno e le caratteristiche che sono state elencate, in effetti, mi descrivono bene. Mi piace aiutare la squadra nel farla salire e contribuire al suo gioco, come ho detto prima, ma mi piace ovviamente anche segnare”.
Parlaci del calcio belga: è sicuramente in crescita, ma quali sono le caratteristiche di quel campionato, e quali sono le maggiori differenze con il calcio italiano?
“In Belgio è importante mettere a segno tanti goal. La grande differenza tra i due campionati è che in Belgio si gioca sempre in modo offensivo per  segnare. In generale, quindi, l’obiettivo di tutte le squadre che giocano nel campionato belga è proprio quello di andare a fare un po’ più dell’avversario e quelli si gioca sempre comunque all’attacco dove è chiaro che è più facile, magari, trovare degli spazi per creare questo genere di situazioni. Per esempio nel Leuven, che era una squadra di media classifica, quando si giocava contro i grandi club, come per esempio il Bruges dove giocava Okereke, si pensava a giocare in contropiede per cercare di replicare al meglio alle offensive degli avversari”.
Domenica hai visto la partita dal vivo a Napoli: che impressione ti ha fatto la squadra lagunare?
 “Ho ben compreso che mister Zanetti mette in campo una squadra che gioca a calcio, anche a Napoli ha provato a proporre gioco, a cercare di fare la partita, senza stare troppo sulla difensiva, anche se l’avversario era molto quotato. E devo comunque dire che questo approccio mi è piaciuto molto”.
Visto che il numero 11 ed il 9 sono occupati, quale numero di maglia hai scelto?
”Avrò il numero 14”.
Qual è il tipo di modulo in campo con cui ti trovi meglio?
“Ho già giocato con tantissimi moduli differenti e, in Belgio ho approfondito molti sistemi di gioco. Il mio obiettivo è di aiutare la squadra, quindi posso adattarmi ai moduli che il mister deciderà di proporre”.
Conoscevi già Heymans e Okereke?
“Non li conoscevo di persona, anche se li conoscevo come calciatori. Ma sicuramente il fatto di venire dallo stesso campionato ci consentirà di integrarci magari più velocemente all’interno del gruppo”.