Covid e cibo: quali sono le possibili correlazioni? I lunghi mesi di pandemia hanno inevitabilmente influenzato le abitudini individuali, ma anche il rapporto con il cibo che è strettamente legato alla salute mentale.

E a farne le spese sono stati soprattutto i più giovani.

Covid e cibo: le nuove abitudini alimentari

Già durante il primo lockdown molte persone hanno dovuto rinunciare all’attività fisica e ciò ha inevitabilmente influito sul peso. Per compensare, tuttavia, alcuni hanno iniziato ad adottare una routine più sana in fatto di dieta.

Avere più tempo da trascorrere a tavola (ad esempio, grazie allo smart working e alla didattica a distanza) ha migliorato l’alimentazione degli italiani. Alla luce di tutto questo, dunque, un nuovo studio ha voluto indagare quali siano i cambiamenti nei più giovani.

Lo studio italiano

I ricercatori dell’Università Cattolica del Sacro Cuore hanno coinvolto nell’analisi 482 studenti di età compresa tra i 14 e i 19 anni, provenienti dagli istituti superiori dell’Emilia Romagna.

La prima evidenza è stata molto positiva: tra i giovani, infatti, è diminuito il consumo di junk food a favore di cibi sani, poveri di zuccheri e con meno sale. Inoltre i ragazzi hanno manifestato molto più interesse nei confronti della provenienza del cibo.

Ma vi sono anche alcuni aspetti negativi. Il Covid, infatti, ha influito sulla salute mentale anche dei più giovani, sfociando in un aumento di problemi quali ansia sociale e depressione. E ciò si è manifestato anche nell’alimentazione.

Il 16% degli studenti che hanno partecipato allo studio ha rivelato di vivere il cibo come un problema. Una situazione, questa, che può rappresentare un campanello d’allarme per il rischio di disturbi alimentari.

Non a caso, i ricercatori hanno manifestato l’intenzione di continuare con l’indagine nel corso dei prossimi anni, così da valutare ulteriori cambiamenti significativi.