Le grandi dimissioni in Italia sono un fenomeno da non sottovalutare: oltre 1 milione di persone, infatti, si sono dimesse nei primi 6 mesi del 2022. È l’esodo dei lavoratori con posto fisso che hanno deciso di cambiare vita e lavoro.

Si parla di “great resignation”, ovvero le dimissioni di massa che negli ultimi anni stanno interessando sempre più persone, soprattutto giovani. Stando ai dati ANPAL Servizi nello stesso periodo di 4 anni fa (2018) a dare le dimissioni erano state circa 750 mila persone, quasi il 30% in meno.

Grandi dimissioni: i dati

Ma la vera impennata si è avuta nei primi mesi del 2021, quando si è passati da 350 mila a 490 mila: oltre 100 mila dimissionari in più nel giro di pochi mesi, sfiorando i 2 milioni di dimissioni alla fine dell’anno. Da allora, il fenomeno ha continuato a espandersi.

Inoltre, un altro trend che si sta affacciando in Italia è quello del “job hopping”, la pratica di “saltare da un lavoro a un altro” per assicurarsi stipendi più alti e un posto di lavoro con un miglior life-work balance. Le dimissioni avvenute nel contesto delle great resignation sembrano quindi far parte di un percorso con cui si cerca di integrare il lavoro in un progetto di vita più ampio.

I settori di riferimento

Nel caso delle professioni digitali e tecnologiche esiste il problema per cui spesso non ci sono abbastanza competenze sul mercato italiano per far fronte al numero di assunzioni possibili.

Le persone di conseguenza sono più sollecitate a perseguire nuove opportunità e a spostarsi verso aziende più interessanti e che mettono in campo politiche attrattive.